L’Associazione nazionale dei Costruttori Edili chiede alla Commissione Europea l’avvio con urgenza della procedura di infrazione
Nel nuovo Codice degli appalti pubblici sono stati introdotti limiti al subappalto estremamente stringenti, non corrispondenti alle norme comunitarie.
E’ quanto fa presente l’esposto dell’ANCE alla Commissione Europea, contestando alcune disposizioni della disciplina dell’istituto entrata in vigore nell’aprile del 2016 e chiedendo di dare corso con urgenza alla procedura di infrazione.
In particolare, le norme contestate riguardano:
– il limite subappaltabile del 30% dell’importo complessivo dei lavori, mentre la Direttiva comunitaria ammette il ricorso al subappalto senza indicare limitazioni;
– la discrezionalità attribuita alle stazioni appaltanti che, gara per gara, può decidere se autorizzare o meno il ricorso al subappalto, disposizione, secondo l’Ance, contraria al principio di libera organizzazione dei fattori della produzione
– la terna dei subappaltatori da indicare in sede di offerta, quindi in un momento molto anticipato rispetto alla fase di cantiere. Tale disposizione, secondo l’Associazione dei costruttori, può anche determinare dei condizionamenti da parte di imprese specializzate in particolari settori, che potrebbero risultare determinanti ai fini della partecipazione e o meno alla gara d’appalto.
Una parziale modifica di tali disposizioni potrebbe arrivare dal Decreto correttivo al Codice, il cui iter parlamentare è già avviato, anche se probabilmente rimarrà il problema della scelta gara per gara, da parte delle stazioni appaltanti, se autorizzare il ricorso al subappalto.