Il 2016 registra ancora valori negativi (-0,1% valore edilizia), ma per il 2017 si intravvedono i primi segnali positivi
E’ stato presentato a Cagliari il IX Rapporto sull’industria delle costruzioni in Sardegna curato dalla direzione Affari economici e dal Centro Studi dell’Ance.
Il rapporto evidenzia come nell’ultimo decennio il comparto abbia perduto complessivamente 29.000 occupati, ma continua a rappresentare in termini di investimenti l’11,6% del Pil regionale, il 42,8% degli addetti dell’industria e il 6,6% dei lavoratori che operano nell’insieme dei settori economici.
Il 2016 registra ancora valori negativi (-0,1% valore edilizia), ma per il 2017 si intravvedono i primi segnali positivi: un aumento del valore aggiunto nelle costruzioni dell’1,1% su base annua che potrebbe interrompere la dinamica negativa iniziata nel 2008 ed un aumento degli investimenti pari allo 0,8% in termini reali.
Segnali incoraggianti arrivano dall’immobiliare residenziale con circa 12.000 compravendite registrate nell’ultimo anno e dall’aumento delle richieste di mutui per l’acquisto degli immobili.
Alla conferenza stampa per la presentazione del Focus hanno partecipato il presidente regionale dei costruttori, Pierpaolo Tilocca, i rappresentanti territoriali Simona Pellegrini (Cagliari), Giuseppe Mastio (Nuoro) e Andrea Piredda (Sassari), Romain Bocognani della direzione Affari Economici e Giovanna Altieri del Centro studi dell’Ance nazionale.
Le risorse destinate alla Sardegna nel settore dell’edilizia ammontano a circa 2,6 miliardi di euro: circa 347 milioni derivano dalla programmazione dei fondi strutturali europei 2014- 2020, 1.259 milioni dai Patti territoriali (per la Sardegna e per Cagliari), 875 milioni dal piano operativo per le infrastrutture e 90 milioni dalle misure della Legge di Bilancio 2017.
“Ancora non sono soddisfacenti i dati del 2016 con il calo del valore dell’edilizia e con la perdita di posti di lavoro -3% (1.000 addetti) nel 2016 e il 50% in meno negli ultimi 8 anni con 29.000 occupati in meno – dice il presidente dell’Ance Sardegna Pier Paolo Tilocca – non ha aiutato nemmeno la normativa del nuovo Piano Casa e il blocco al vecchio che non ha permesso alle imprese di lavorare”.
Il Rapporto evidenzia poi come, a quattro anni dall’entrata in vigore della nuova direttiva europea sui ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione verso le imprese di costruzione, permane una situazione di difficoltà. Tra le imprese associate interpellate dall’Ance ad ottobre scorso, 7 su 10 dichiarano di vantare crediti nei confronti della P.A. I tempi medi di pagamento si aggirano tra i 5,5 mesi.
Altro aspetto preso in considerazione è il mercato dei lavori pubblici in Italia che, nel corso del 2016, è stato caratterizzato da un ridimensionamento dei bandi di gara pubblicati, dovuto soprattutto all’incertezza delle norme del Nuovo Codice degli Appalti, entrato in vigore il 19 aprile scorso. Secondo il monitoraggio Ance – Infoplus, sono stati pubblicati quasi 18.300 bandi di gara nei lavori pubblici per un importo pari a circa 17 miliardi di euro, con una flessione in valore del 16,6% e un decremento in numero del 2,1% rispetto all’anno precedente. La dinamica negativa coinvolge tutte le classi di importo, soprattutto le gare fino a 150mila euro, ad eccezione delle fasce comprese tra i 25 e i 50 milioni di euro.
In Sardegna nei primi due mesi del 2017 i bandi di gara per i lavori pubblici nell’isola si sono ridotti del 35,7% in numero mentre sono cresciuti del 2,4% in valore, rispetto al primo bimestre 2016. Il risultato deriva dalla sintesi di flessioni delle gare fino a 500 mila euro e un aumento di quelle di importo compreso tra i 500mila e i 5 milioni di euro. Al risultato ha contribuito la gara pubblicata dall’Anas, relativa ad interventi sulle strade statali e provinciali, del valore di 5,8 milioni di euro.